Questo nostro ultimo articolo non è propriamente un articolo, è qualcosa di assolutamente e meravigliosamente umano: un dialogo.
* di Cristina Nardulli
-Mammaaaaa… vieni, corri!
Impasse. È successo di nuovo. Mi chiama dalla sua camera in preda all’ennesimo stupore, dall’ennesima constatazione quotidiana: il suo corpo, a dispetto di qualsiasi sua opinione in merito, sta cambiando. Un classico, in adolescenza. Non solo il cambiamento fisico (più camaleontico di quello psicologico nei tempi e nei modi), ma l’imbarazzo di tutti, visto che di fronte a ‘certe cose’ non si è mai abbastanza preparati…
-Che altro c’è, ora? Dimmi.
Mi vesto di totale disponibilità. Approccio discreto e sereno, atteggiamento da genitore rassicurante e aperto all’ascolto, significativa aritmia (ma quella per fortuna non si nota).
-No, è che… niente… Ma veramente così funziona? Voglio dire… Così tutti i giorni? Dalla testa ai piedi? Senza tregua?
Il suo ingenuo sorriso mi illumina a fare lo stesso, tanto per dare il giusto colore a quell’atmosfera ‘un tantino’ impegnativa…
-Perché, non ti aggrada la cosa?
-No no, sono solo curioso di sapere dove andremo a finire di questo passo…
-Andremo a finire dove è naturale che si vada a finire… Stai crescendo, stai cambiando, stai scoprendo, ti stai meravigliando. Forte, no?
-Si, forte… forse un po’ troppo però… tutto troppo veloce, troppo nuovo, troppo diverso, troppo…
-Ehi ehi! Di che ti preoccupi?! Realizza che stai solo prendendo confidenza con le novità tipiche della tua età, adesso. Tutto qui.
-Veramente, più che prendere confidenza, sto cercando di capire che cosa mi sta succedendo, visto che non era nei miei piani… madre!
Ride, e io con lui.
-Tranquillo… figlio! Ti do una news: il tuo sbigottimento ci sta tutto. La tua ansia è normale, è sana, devi solo imparare a conoscerla per gestirla al meglio.
-Gestirla al meglio? Seee, la fai facile tu! Consiglio al volo? E occhio a quello che mi stai per dire, avresti anche un ruolo, tu…
Ecco. Mi ha appena ricordato di essere un genitore in panne, inchiodato alle sue responsabilità e senza alcun buon movente per esimersi.
-Lo vuoi adesso, questo consiglio?
-Mammaaaa…
-OK ok… Allora… Prova ad usare il tuo stupore in positivo, fiducioso che sia la migliore password per accedere facilmente e felicemente al tuo ‘nuovo te’… Ascoltami bene…
Ci sediamo. Comodi nella più tenera e gioiosa complicità. Gli spiego tutto, ancora una volta come ogni giorno. Massima chiarezza, estrema delicatezza, un filo di ironia, empatia, e tutto il rispetto necessario e dovuto in questi casi.
-E ora?
-E ora che?
-Voglio dire, ora che tu mi hai chiarito le idee a modo tuo, come la mettiamo con la versione meno ‘soft’ che mi sparano i miei amici? E quella degli insegnanti? Quale mi gioco?
Già. Domanda prevedibile, la sua. Cerco di non esitare…
-Hai ragione, comprendibilissime le tue perplessità, ma ti ricordo che non stai giocando a Risiko. Non è una competizione e non c’è nessuna tattica vincente da seguire. Ogni ‘versione’, come la chiami tu, soddisfa una parte della tua conoscenza e delle tue infinite e lecite curiosità. Poi sta a te capire in che modo prenderne il meglio per sentirti più sereno e sicuro di te. Rimettiti alla tua capacità di giudizio, diciamo così.
Silenzio. Attimi infiniti di silenzio.
-Posso farti una domanda, mamma?
-Certo, tutto quello che vuoi!
L’ho detto. Ormai lo avevo detto. E me la sono cercata. Se pur nella speranza di aver seminato bene e di aver fatto tutto sommato un buon lavoro, adesso un brivido lungo la schiena mi preannuncia minaccioso il prossimo capitolo…
-Che mi dici del rapporto con l’altro sesso? Mi chiedevo per esempio se… Mammaaa, beh? E adesso dove stai andando?
-Caspita come vola il tempo… è già ora di cena!!! ⯑