Bellezza è stupore. Riconoscere quanta strada si è fatto e avere voglia di non fermarsi. Grazie a Cristina Nardulli per le sue parole che raccontano di ciascuno di noi.

L'altro giorno sbirciavo per caso tra le carte impolverate de 'I miei ricordi'. Fascia post-adolescenziale, quella di passaggio dal "No a prescindere" al "Forse mi sbagliavo", per intenderci. A quei tempi amavo sciorinare i miei pensieri su fogli svolazzanti che a fatica tenevo insieme in una raccolta.

Ci scrivevo su di tutto... riflessioni, segreti, emozioni, dubbi pretenziosamente amletici, colorati sfoghi a ritmo di gioie e delusioni. Tutto era appuntato lì di getto: dal mio 'sentire' all'inchiostro era un attimo tirar fuori quello che lì dentro, intrappolato tra testa e cuore, sgomitava per uscire. L'altro giorno, persa in quelle carte, circondata da quello che 'ero', ho scoperto quanta bellezza ci sia nel vedersi cambiati. Nel ri-trovarsi diversi. Mai uguali a quello che eravamo un attimo prima, anni fa, tempo addietro. Bellissimo vedere come e quanto la vita sia abile a plasmarci. Bellissimo stupirsi della sua opulenta generosità nell'offrirci tutte le possibili opportunità che, giorno per giorno, ci danno modo di prenderci cura di quella (si auspica crescente) 'consapevolezza' squisitamente personale. Migliori? Peggiori? Più maturi? Meno? Non credo che questo sia poi così determinante nella definizione di questo autentico miracolo. È lo scoprirci differenti in tutti gli 'unici' momenti che disegnano la nostra vita e provarne fierezza, questa è la vera meraviglia. Questa la bellezza del nostro crescere. E da qui, tutti i conti tornano... O quasi tutti:
"Mammaaaa... Ho bisogno di cibo per risolvere questa equazione che mi sta facendo sbroccare! Vuoi chiudere quelle carte? Si o no?".